LA TECNICA DI VOGA


La tecnica della voga alla veneta si differenzia da quella più diffusa, seduta, perché il vogatore è in piedi, rivolto in avanti, con i remi appoggiati nei tipici scalmi chiamati fórcole. E’ una tecnica di voga piacevole, perché permette di vedere dove si sta andando, ed anche estremamente efficiente, come è stato recentemente confermato da uno studio sul consumo energetico del vogatore, dal quale è emerso che si possono trasportare tre persone, più lo scafo che pesa mezza tonnellata, con lo stesso dispendio di energie che si ha camminando. Oltre all’efficienza è rimarchevole anche la grande manovrabilità, il gondoliere riesce senza muoversi dalla sua postazione a compiere tutte le manovre tra le quali: partenza, navigazione a vuoto o a pieno carico, virate ad angolo retto, arresto più o meno rapido, ma anche spostamenti laterali, o arretramenti.
Ci sono essenzialmente tre tipi di voga: quello principale con un solo vogatore ed un solo remo che fa sia da propulsore che da timone, quella detta a la valesàna, con un solo vogatore e due remi incrociati e quella a più vogatori che si alternano, in genere in numero pari, sui due lati dell’imbarcazione. In tutti i casi il ruolo principale è di chi sta a poppa.
L’uso di un solo remo - con il conseguente ingombro laterale dimezzato - si è reso indispensabile per la ristrettezza dei canali veneziani. Infatti, durante i frequenti incroci può essere fatto passare sotto le altre barche, o, non essendo bloccato nella scalmiera, tolto e allineato lungo lo scafo. E’ evidente però che una barca sospinta da una parte sola si metta a girare in tondo, perciò si è dovuto creare una particolare tecnica per mantenerla in rotta.
Questa vogata si può suddividere in due fasi, corrispondenti al movimento di andata e di ritorno al punto di attacco del remo: quello effettivo di spinta, che si chiama prèmer
Glossario, durante il quale il vogatore immerge verticalmente la pala e spinge sul girón Glossario, e quello di ritorno o stalìr Glossario nel quale lo si riporta nella posizione di partenza.

Il gondoliere giunto alla fine della spinta, si appresta, nel movimento di ritorno, a raddrizzare la barca con la stalìa.

Il primo movimento è tutto sommato abbastanza intuitivo, un po’ più complesso da capire è il movimento successivo nel quale si fa ritornare velocemente il remo al punto di partenza, mantenendolo immerso con il bordo anteriore della pala inclinato verso il basso, in modo sfruttare la sua resistenza per correggere la rotta.
Per evitare che la resistenza dell’acqua faccia uscire il remo dalla sua sede - come succede spesso ai principianti - basta premere sull’impugnatura per schiacciarlo sulla fórcola e trattenerlo al suo posto. In questo modo il morso
Glossario può essere aperto basta solo che abbia il nasèlo Glossario (cioè la punta inferiore) leggermente incurvato verso l’alto per offrire un sufficiente attrito per bloccare il remo.

Movimento di ritorno del remo o stalìa. Notare come il remo, che fa perno sull’acqua con la punta, si fletta verso il basso.

S’intende che se la stalìa fosse equivalente alla spinta la barca rimarrebbe diritta sì ma ferma, pertanto si sono cercati tutti gli accorgimenti possibili per ridurre al minimo l’effetto di frenata alla ricerca del massimo rendimento. Non per nulla le regate ad un solo remo sono considerate l’università della voga, richiedendo sì forza ma anche tecnica, stile ed esperienza.
Oltre alla tecnica di voga contribuisce molto l’assetto della barca, tenuta inclinata e deviata verso destra in modo che, come si dice, vada a cascàr stagàndo. Questo assetto si ottiene spostando il carico o i vogatori sulla destra o addirittura creando barche appositamente "storte" come la
gondola o il puparìn che galleggiano, per la loro conformazione asimmetrica, sbandate a destra.
La partenza avviene facendo leva sulla base della fórcola, cioè vogando sotomòrso, imprimendo una serie rapida di movimenti di andata e ritorno al remo - che rimane sempre immerso - in modo da avviare la barca tenendola sotto controllo con il minimo scarroccio possibile.

La partenza o voga sotomòrso.

Poi, quando la barca ha raggiunto un sufficiente abbrivo, si passa il remo sul mòrso per la vogata normale illustrata precedentemente.
La virata a sinistra, per andàr a premàndo, è semplice e intuitiva: basta spingere sul remo; viceversa quella a destra, l’andàr stagàndo, richiede che il remo, nel movimento di ritorno, faccia maggiore leva sotto l’acqua come nella stalìa, accostando la prua verso destra. L’arresto o siàda, si effettua anteponendo il remo alla fórcola nella sànca
Glossario, tenendolo immerso di taglio nell’acqua, con maggior o minor decisione a seconda della urgenza della frenata; in caso di necessità, per evitare uno scontro imminente, si tira ripetutamente con vigore sul remo in modo da fare più resistenza nell’acqua.
Ci sono due tipi di arresto: quello che porta la barca a deviare verso destra dove il remo è messo sulla parte bassa della fórcola eseguendo la manovra detta siàda bassa,

Arresto con virata a destra o siàda bassa.

e quello che la mantiene diritta o la porta verso sinistra con il remo messo nella parte alta della fórcola sotto la sporgenza della testa o récia Glossario, detta siàda alta.

Arresto con virata a sinistra o siàda alta.

Bisogna ricordare che durante la siàda, come nelle altre manovre, l’orientamento della pala è sempre lo stesso della vogata normale cioè con la faccia a spigolo che preme sull’acqua, in modo da sollecitare le fibre del legno sempre nello stesso verso. Inoltre è consigliabile anche accorciare il remo per evitare un duro contraccolpo sulle braccia.
Per retrocedere il gondoliere mette il remo avanti alla fórcola nella sànca e si sposta verso poppa vogando con movimenti circolari che spingono la barca all’indietro e ne correggono contemporaneamente la direzione.

Voga indietro o indrìo.

Se si deve spostare la barca lateralmente si usa dar zó, cioè si allunga il remo in avanti lungo la barca e si fa leva sullo scafo; questa manovra si fa impugnando il remo con la sola mano destra.

Dar zó a metà barca.

Si da zó anche a poppa per far girare la barca a destra senza avanzare, come se fosse su un perno.

Dar zó a poppa.

Per spostare solo la poppa a destra si fa la manovra di tiràr acqua, cioè s’immerge il remo verticalmente e lo si tira a sé con le due mani facendolo oscillare lateralmente.

Tiràr acqua.

Invece per vogare nei canali stretti il gondoliere si sposta in avanti sopra i trastolìni, a ridosso del sedile dei passeggeri, e voga in sànca, con il remo immerso che compie movimenti alternati in diagonale da destra a sinistra come nella voga a bratto.

Voga nei canali stretti, sui trastolìni.

Per finire c’è una manovra un po’ curiosa nella quale invece delle mani si usa il piede; la si esegue quando, nel compiere la virata a destra in un canale molto stretto, lo scafo scarroccia e rischia di urtare con la poppa sul muro delle case, allora il gondoliere allunga la gamba sinistra fuori bordo dando una spinta che evita il contatto.

L’uso del piede nella virata a destra.